«La misericordia del silenzio», a tu per tu con Mons. Giovanni D’Ercole

Viso dolce, voce confortante e parole che raggiungono dritto il cuore. Con il suo modo semplice di spiegare la Parola di Dio ha trasferito quel senso di dolcezza all’intera comunità parrocchiale di San Teodoro Martire di Sarno (Sa), lo scorso 7 febbraio 2017 in occasione della Festa Liturgica in onore del soldato e martire di Cristo. Mons. Giovanni D’Ercole è Vescovo di Ascoli Piceno, ma gran parte della sua vita sacerdotale l’ha trascorsa al fianco di San Giovanni Paolo II. E di Papa Wojtyla diversi sono stati gli insegnamenti ed i concetti che ha trasmesso ai fedeli: su tutti la mitezza dell’essere uomini e figli di Dio.

Don Giovanni, la comunità parrocchiale di San Teodoro Martire di Sarno ha avuto l’onore di accogliere il suo messaggio, che è il messaggio di Cristo. Un messaggio di misericordia, di amore e di pace: qual è il vero senso di misericordia?
Il senso di misericordia è comprendere che Dio ci ama così come siamo e proprio perché lui ci ama possiamo fare ciò che spesso ci appare impossibile. Ma la misericordia comporta fondamentalmente che noi ci abbandoniamo nelle mani di Dio per renderci conto che lui veramente ci ama. Credo che l’ateismo, oggi tanto diffuso, derivi dal fatto che spesso le persone non sperimentano l’amore di Dio. E forse anche perché noi cristiani ci preoccupiamo di trasmettere agli altri regole e dottrine non facendo, invece, caso che è importante sentire e comunicare soprattutto l’amore di Dio. Quando Dio ama è come un fuoco che brucia, è come un abbraccio capace di cambiare la vita.

Papa Giovanni Paolo II, Santo della Chiesa, ci ha insegnato che è importante fare opere di misericordia nel silenzio. Oggi, invece, ci siamo quasi abituati a ricevere “bombardamenti mediatici” di misericordia, che rischiano però di rimanere solo di facciata, ma nella sostanza cosa lasciano?
In effetti oggi bisogna recuperare il gusto del silenzio, della semplicità ed anche del nascondimento. È proprio questo il modo in cui Gesù stesso ha vissuto la sua vita, soprattutto gli anni trascorsi a Nazareth. Qualcuno si potrebbe chiedere: “Ma Gesù cosa ha fatto durante quegli anni?” Ha fatto la vita più semplice, quella che facciamo tutti noi. Questo per indicarci che sono le piccole cose che ci rendono capaci poi di realizzare ciò che Dio vuole da noi. Fare quello che possiamo, giorno per giorno, nel modo più semplice, non pensando mai prima di tutto a noi stessi, ma agli altri. Perchè Dio è l’altro che molto spesso dimentichiamo. Invece, se diamo spazio a Lui c’è spazio per tutti.

Qual è il suo messaggio per la comunità di San Teodoro Martire e per l’intera città di Sarno?
Oggi essere cristiani non è facile. Richiede il coraggio di lasciarsi abbracciare da Dio e di mettere Lui al primo posto nella nostra vita. Le tentazioni sono tante, le confusioni sono enormi dentro e fuori la Chiesa e noi tutti abbiamo bisogno di una Stella che ci guida, di un punto di riferimento certo. Dobbiamo guardare fisso a Gesù e renderci conto che la Chiesa, con i suoi limiti, le sue debolezze, è l’unico luogo in cui possiamo riconoscerci fratelli e dove possiamo sperimentare la potenza dello Spirito Santo, che sa trasformare le nostre fragilità in meravigliose opere di grandezza per il bene dell’umanità».

Michele Lanzetta