«Respiro di libertà»: la lettera di don Antonio Agovino

Carissimi fratelli e sorelle,

dopo un lungo periodo caratterizzato da un’attività pastorale silenziosa a causa della pandemia, desidero farvi giungere a gran voce questo mio messaggio come RESPIRO DI LIBERTÁ.

Nonostante la somministrazione del vaccino e le tante restrizioni, il virus Covid-19 non è ancora scomparso ma continua la sua corsa irrefrenabile contro il tempo della Vita provocando ogni giorno milioni di vittime in tutto il mondo. Questo virus invisibile ha stravolto radicalmente il nostro modo di vivere e mi auguro che possiamo uscirne, seppur a fatica, e con i cuori santificati e resilienti.

Il mio vuole essere un invito a tenere fermo lo sguardo su Gesù Crocifisso – la sola Bussola che può orientare la nostra vita smarrita e turbata – e a riprendere insieme un cammino di conversione per ricostruire, sull’esempio della Sacra Famiglia di Nazareth, le famiglie ormai sempre più frammentate per infondere rinnovata Speranza alla società e per ridonare alla Chiesa il volto di “comunità di carità”.

Lo scenario apocalittico in cui ci ritroviamo quotidianamente a vivere – la pandemia, le varie catastrofi naturali, le malattie, le guerre in atto nei paesi orientali, le violenze – ci sta “chiudendo” troppo. Rischiamo, ahimè, di sprofondare nell’ipocrisia, di perdere le radici reali, di disconnetterci dalla vita, di fantasticare nel vuoto e rimanere ingabbiati nel virtuale, prigionieri del male, dell’egoismo e della paura.

Dio, invece, ci vuole ben piantati per terra, connessi alla vita, mai chiusi, ma RADICATI e APERTI, come ha affermato papa Francesco durante l’incontro con i giovani in Slovacchia il 14 settembre scorso.

Con la pandemia siamo stati ridotti alla solitudine e all’isolamento poiché abbiamo tagliato dalla nostra vita ogni tipo di relazione umana e spirituale: anonimato, crisi d’identità e precarietà hanno caratterizzato la nostra vita in questo tempo inedito.

Adesso è arrivato il momento di abbattere queste “mura di cinta” che delimitano e limitano la nostra esistenza, la soffocano e la opprimono.

Spalanchiamo i nostri cuori, apriamo le nostre menti a nuovi e infiniti orizzonti che ci permettano di guardare l’Altro con gli occhi sognanti dell’Amore. Quell’Amore puro, responsabile, disinteressato e autentico, che è Dono e ci fa Dono gratuito

Quell’Amore che ci rende fedeli ed unici agli occhi di Dio e “ci spinge eroicamente a volare alto”.

Sentiamoci, dunque, l’uno parte integrante dell’Altro, l’uno custode della vita dell’Altro… sentiamoci AMICI IN CRISTO!

La comunità cristiana costituisce il luogo della crescita umana e spirituale di ogni singolo individuo. Se ci allontaniamo da tale luogo, se ci priviamo del vero Pane della Vita scegliamo allora di “vivacchiare” e questo non è possibile!

C’è un forte bisogno di ritornare:

  • alla PREGHIERA, che è il timone del mondo, il respiro di Dio;
  • al gusto della PAROLA;
  • e all’ EUCARISTIA, che costituisce il vertice dell’azione salvifica di Dio Padre.

Ricominciamo innanzitutto dalla Domenica, che è il giorno di festa del Signore, e dalla Confessione, quel Sacramento che ci permette di sentire intimamente l’abbraccio e la carezza di Gesù e muta ogni nostro dolore in Gioia donando Pace ai nostri cuori affranti. Gioia piena che dobbiamo trasmettere a tutti per far sentire  la VICINANZA FRATERNA.

Impegniamoci a rimettere insieme “con cura” i pezzi della vita sociale ed ecclesiale che sono andati perduti. Facciamo in modo che la parrocchia diventi luogo d’incontro di anime e di cuori, diventi mandorlo in fiore, pozzo d’ acqua viva dove possiamo andare a dissetarci nelle ore più calde della (nostra) giornata, come la Samaritana, trovando così il giusto ristoro e la giusta carica.

Ritorniamo alla catechesi, alla vita associativa e comunitaria.

Ritorniamo a noi stessi, e quindi a Dio, “bellezza antica e sempre nuova”, come Lo definisce S. Agostino.

Cari fratelli e sorelle, questo è il grido d’Amore di un pastore per le sue pecorelle.

Ricordate che “nessuno si salva da solo” e “la felicità è reale solamente se condivisa”.

Insieme possiamo fare tanto, possiamo cambiare le sorti di quest’umanità e soprattutto della nostra amata città, Sarno.

Vi benedico, vi amo e vi assicuro la mia preghiera.

Il Vs don Antonio Agovino