La Parrocchia di San Teodoro Martire in Sarno
Pillole di storie della chiesa intitolata al santo e martire Teodoro
Com’era un tempo la nostra Chiesa e com’è oggi.
La chiesa, antecedente al 1500, era dedicata a Santa Maria Maddalena. Nel 1596 divenne chiesa del seminario, sorto di fronte (oggi completamente rimaneggiato).
Nel 1700 divenne Chiesa di San Teodoro, con dignità parrocchiale e fu rifatta la facciata (attuale) col magnifico frontale e il portale su cui è apposta una lapide a M. Maddalena. Tale facciata, con modanature, lesene e capitelli in tufi su doppio ordine, è interrotta da un portale recentemente decorato che si affaccia su una gradinata.
Il campanile laterale è una costruzione del 1950, innalzato su un’antica preesistenza. L’Oratorio presenta, invece, una facciata che è stata completamente rifatta nel 1886, con loggette sovrapposte a doppio ordine.
L’interno della chiesa è a navata con presbiterio ed un abside, con due cappelline laterali con altari. Lo stile della chiesa risente di influenze rinascimentali, con elementi del barocchetto napoletano. Degno di nota è il soffitto, dipinto con scene del martirio di S.Teodoro eseguito da S.Cozzolino nel 1907.
L’antica Chiesa di San Teodoro, situata nei pressi del Castello, oggi è soltanto un ammasso di ruderi. La prima notizia che abbiamo di questa Chiesa rimonta al 1237. Un documento pubblicato dal P. Mongelli di Montevergine nel “Registro delle Pergamene”, vol II, N. 1857 informa che: «nel Gennaio 1237, Romualdo Arciprete di Sarno e Don Concilio Rettore della Chiesa di San Teodoro, col consenso del Vescovo della Città “Giovanni” concedono al giudice Umfrido un arbusto nel luogo detto Foruculo per il canone annuo di una libbra di cera».
Ciò fa supporre che non era ancora parrocchia. Negli atti della S. Visita di Mons. Fusco si legge che quel Vescovo visitò l’antica Chiesa di San Teodoro (1581) “supra montem posita” e dice che essa era a lamia, a due navate, con altare maggiore e tribuna, già tutta diruta. Nota altresì che il fonte battesimale, ugualmente crollato, era al lato sinistro dell’altare maggiore; il che dimostra che la Chiesa era già parrocchiale. Ma da tempo non funzionava più.
Infatti, quando tra la fine del sec. XIV e il principio del XV i cittadini discesero dal monte al piano, la Parrocchia di San Teodoro si trasferì nella Chiesa di San Matteo e qui, col consenso del Capitolo della Collegiata, rimase per circa due secoli, cioè fino alla fine del sec. XVIII; in modo che, per tutto quel tempo, nella stessa Chiesa, funzionarono due Parrocchie, ciascuna delle quali aveva la sua zona d’influenza non locale, ma personale. (…)
Sul principio del ‘700 Mons. Tura trasportò la Parrocchia di San Teodoro nella Chiesa della Maddalena, elevandola ipso facto a dignità parrocchiale. (…) Nella seconda metà del ‘700 Mons. Pirelli fece costruire l’attuale Parrocchia annessa alla Chiesa della Maddalena, volendovi stabilire il culto della Madonna delle Tre Corone, in seguito al miracolo della cessazione dell’eruzione del Vesuvio nell’Agosto 1779 in Piazza Mercato. Non essendovi riuscito, per la forte opposizione incontrata nel popolo, l’arricchì della bellissima statua della Madonna delle Tre Corone, che fece scolpire a Napoli, da un valente artista, sembra il Patalano. (…) Tra i Parroci illustri di questa Chiesa basti citare Mons. Gaetano Barbaroli, nominato Vescovo di Policastro.
I registri parrocchiali cominciano sul finire del 1600 quando troviamo come Parroco un Nicolaus Iacobus Abignente. Tra i Parroci benemeriti della Chiesa non possiamo dimenticare il buon Don Antonio Graziani, che nei lunghi anni di cura, nel 1907, dal pittore Cozzolino, sulla crollata soffitta del Perano, fece rifare l’apoteosi di San Teodoro e, nel 1925, celebrò l’anno santo con un bel pavimento di marmo. Mentre a Mons. Enrico Monteleone si deve l’ampliamento dell’ariosa e spaziosa sagrestia già iniziata dal Parroco Don Aniello Atonna nel 1892. Infine si deve al Parroco Don Francesco della Corte il nuovo campanile dal quale fa sentire i suoi rintocchi potenti il campanone di 8 quintali, che già fu di San Giovanni, e che il Priore Verginiano Vincenzo Russo fece fondere nel 1558.
La Chiesa, ad una sola navata, con due cappelline laterali con altari, dei quali uno è dedicato a San Teodoro e l’altro al Sacro Cuore di Gesù. (…) Il popolo eminentemente tradizionalista chiama sempre questa Chiesa “la Maddalena”.
La Parrocchia di San Teodoro Martire in Sarno è una delle più estese della città. Comprende, perimetralmente, le strade (ed i quartieri ivi contenuti) compresi tra Via Sarno Palma, Via Sarno Striano, Corso Vittorio Emanuele, Via Sodano, Via Abignente e Via San Giovanni.
fedeli della nostra parrocchia